Il segmento testuale Luigi Sturzo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 75Entità Multimediali , di cui in selezione 28 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 712
Brano: [...]icato per la mia attività politica, per il mio amore alla libertà, il mio attaccamento alla democrazia, debbo aggiungere che a questa vita di battaglie e di tribolazioni non venni di mia volontà, né per desiderio di scopi terreni, né di soddisfazioni umane; vi sono arrivato portato dagli eventi, penetrando quasi insensibilmente senza prevedere un termine prestabilito o voluto, come portatovi da forza estranea ». (Testamento del sen. prof.
don Luigi Sturzo, in “Sociologia”, lugliosettembre 1959, p. 303).
Bibliografia essenziale Sulla vita di don Sturzo: AA.VV., Luigi Sturzo nella storia d’Italia, 2 voli., Roma 1974; M. Vaussard, Il pensiero politico e sociale di Luigi Sturzo, Brescia 1961; P. Stella, Luigi Sturzo il sacerdote di Caltagirone, Catania 1971; G. De Rosa, L’utopia politica di Luigi Sturzo, Brescia 1972; F. Piva, f. Mal geni, Vita di Luigi Sturzo, Roma 1972; >G. De Rosa, Sturzo, Torino 1977; G. Morra, Luigi Sturzo. Il pensiero sociologico, Roma 1979; G. CampaniniN. Antonetti, Luigi Sturzo. Il pensiero politico, Roma 1979; A. Di Lascia, Filosofia e storia in Luigi Sturzo, Roma 1981.
Si veda inoltre la voce “Luigi Sturzo”, curata da G. De Rosa in Dizionario Storico del Movimento cattolico, voli. Il, I protagonisti, Torino 1982, pp. 615624.
Opere di don Sturzo: La parte più consistente degli scritti di don Sturzo è compresa nell 'Opera omnia edita da Zanichelli. Per tutta una serie di lettere e di scritti inediti si rimanda a L. Sturzo, Scritti inediti, a cura di F. Piva, F. Rizzi e F. Malgeri, Roma 1974.
Per quel che riguarda le opere attinenti l’attività di don Sturzo nel Partito Popolare cfr. la bibliografia in calce a quella voce.
P.Caf.
Stutthof
Sorto all’inizio della Seconda guerra mondial[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 704
Brano: [...]glia ideale condotta senza risparmio di energie contro l’avanzante dittatura ».
P.Caf.
Bibliografia essenziale:
Opere a carattere generale: G. De Rosa, Storia del movimento cattolico in Italia. Il Partito Popolare Italiano, Bari 1966; S. Jacini, Storia del Partito Popolare Italiano, Milano 1951; AA.VV., Saggi sul Partito Popolare Italiano, Roma 1969; Gli atti dei congressi del Partito Popolare Italiano, Brescia 1969.
Biografie di don Luigi Sturzo: G. De Rosa,
Sturzo, Torino 1977; AA.VV. Luigi Sturzo
\
nella storia d'Italia, 2 voli., Roma 1973;
F. Piva F. Malgeri, Vita di don Luigi Sturzo, Roma 1972; G. De Rosa, L’utopia politica di Luigi Sturzo, Brescia 1972.
Opere di Luigi Sturzo: L. Sturzo, L’Italia e il iascismo, Po’ogna 19^3; L. Sturzo, Il Partito Popolare Italiano, 3 voli., Bologna 19561957.
Su aspetti particolari della storia del P.P.I.:
G. Donati, Scritti politici, Roma 1956; F.L. Ferrari, Il « Domani d'Italia », Roma 1958;
F.L. Ferrari, L'Azione Cattolica e il Regime, Firenze 1958; G. Gualerzi, La politica estera dei Popolari, Roma 1959; A. Fappiani, Guido Miglioli ed il movimento contadino, Roma 1964; G. Fanello Marcucci, Attilio Piccioni e la sinistra popolare, Roma 1977.
II P.P.I. nel contesto della democrazia cristiana europea: G. Vecchio, La de[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 83
Brano: Religione e fascismo
Don Luigi Sturzo (v.), punta di diamante del
lo schieramento politico cattolico, a questo proposito si esprimeva così: « Per noi lo Stato è la società organizzata politicamente per raggiungere fini specifici; esso non sopprime, non annulla, non crea i diritti naturali dell'uomo, della famiglia, della classe, dei comuni, della religione; soltanto li riconosce, li tutela, li coordina, nei limiti della propria funzione politica » (IV Congresso del P.P.I., Torino, 1214.4.1923).
Dura si presentò la replica fascista attraverso Il Popolo d'Italia. Secondo l’organo ufficiale del P.N.F., il « prete di Caltagiron[...] [...]izione al fascismo » (Gabriele De Rosa, “Sturzo”, Torino 1977).
Violenze squadriste
La struttura religiosapolitica che fiancheggiava i popolari, a questo punto, divenne oggetto di dure rappresaglie da parte squadrista: circoli devastati, giornali dati alle fiamme, iscritti bastonati, violenze sacrileghe, il tutto culminante (23.8. 1923) con l’assassinio di don Giovanni Minzoni (v.), arciprete di Argenta in provincia di Ferrara. Intanto don Luigi Sturzo era stato costretto a dimettersi dalla segreteria del partito e a lasciare l’Italia. Inutilmente, il 12.4.1924 L’Osservatore Romano denunciava le « nuove violenze contro istituzioni e opere cattoliche » da parte nera e, due giorni dopo, la giunta centrale delVAzione cattolica votava un documento per protestare contro gli attacchi squadristi che « con rinnovato spirito anticristiano si vanno ripetendo oltraggiando perfino persone e cose sacre ».
Dopo il delitto Matteotti, il direttore del quotidiano cattolico II Popo
lo, Giuseppe Donati, tentava la carta giuridicocostituzionale denuncian[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 709
Brano: [...]iale, maturata con la frequenza di centri e circoli cattolici e con l’amichevole sodalizio di uomini come Romolo Murri (v.) e Giuseppe Toniolo che, in quegli anni, andavano ricercando una possibile mediazione per il mondo cattolico tra osservanza del “non expedit” e impegno pubblico.
Soprattutto la riflessione sull'enciclica Rerum Novarum (v.) che, all’inizio degli anni Novanta, aveva acceso l'animo di molti cattolici, contribuì a predisporre Luigi Sturzo alle future battaglie politiche. « Destò gran
meraviglia — scriverà qualche anno dopo — quando questo vecchio di circa 82 anni pubblicò l'enciclica [...] sulla condizione degli operai, e parve allora, nell'agitarsi delle teorie che presiedettero allo sviluppo di questa nuova corrente sociale, parve quasi socialistica, e persino i governi ancora liberali, neU'anima loro borghese, la temettero ».
In effetti la “Rerum Novarum” aveva dato piena legittimità a quei cattolici che, impossibilitati a un impegno direttamente politico, lungi dall'accarezzare ormai impossibili restaurazioni tempora[...] [...]edito Raiffeisen che, in altre parti d’Italia, da circa un decennio contribuiva in modo ottimale ad affrancare il ceto agricolo inferiore dallo spettro dell’usura: ne vennero le casse rurali di Caltagirone e di altri paesi limitrofi, che furono esempio nel carente sistema creditizio siciliano.
La diffusione della cooperazione (tra l’altro, il sistema delle affittanze collettive quali la Piccola industria S. Isidoro costituita nel 1901) fu per Luigi Sturzo il trampolino di lancio verso un impegno pubblico sempre più marcato, quantunque quel suo atteggiamento non riscuotesse sempre approvazione presso
il mondo ecclesiastico isolano.
« Chi si occupa di leghe agricole, di casse rurali, di movimenti elettorali — confiderà il giovane prete in una conferenza ai seminaristi di Piazza Armerina — sembra sacerdote distratto dalla sua missione che è quella della parola di Dio [ma] tale attività non è direttamente voluta, ma è un mezzo per attirare il popolo, per penetrare meglio la vita religiosa in quella civile » (L. Sturzo, Scritti inediti, a cur[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 710
Brano: [...]rio di lavoro nei lavori pubblici comunali, con particolare riguardo al riposo festivo; istituzione di un ufficio del lavoro, a tutela degli operai nei periodi di disoccupazione, di scioperi etc..
6) Adesione alle rivendicazioni dei contadini per la quotizzazione dei beni comunali, indipendentemente dall'esito della controversia sulla loro demanialità o patrimonialità.
7) Rigoroso accertamento degli usurpi ».
(F. PivaF. Malgeri, Vita di Luigi Sturzo, Roma 1972, p. 90).
Nelle elezioni suppletive del dicembre 1905 il Centro ottenne l’elezione di tutti i suoi 32 candidati, divenendo a Caltagirone il partito maggioritario, tale da poter designare come sindaco del Comune lo stesso don Sturzo.
Il sacerdote calatino mantenne la carica (con il titolo formale di prosindaco per evitare contestazioni da un ambiente ecclesiastico dominato dalla polemica antimodernista) fino al 1920 e proprio in quegli anni si vennero delineando in lui le caratteristiche del futuro impegno diretto dei cattolici in politica.
A questo riguardo, un posto import[...] [...]pensiero presente » (/ problemi della vita nazionale dei cattolici italiani, in L. Sturzo, Sintesi sociali, Bologna 1961, p. 97 ss.).
Si trattava, in nuce, del suo pensiero su un partito cattolico che avrebbe dovuto essere aconfessionale e completamente svincolato dalla gerarchia ecclesiastica; convinzione, questa, che nei primi anni Venti avrebbe alimentato la polemica con la componente del mondo cattolico legata a padre Agostino Gemelli.
Luigi Sturzo fu favorevole all’impresa coloniale libica e fu interventista alla vigilia della Prima guerra mondiale: nel primo caso, come metterà bene in luce lo storico Francesco Malgeri [La guerra libica, Roma 1970), in lui giocava l’illusione, comune a molti suoi contemporanei, della necessità di una nuova terra che desse “sfogo” al desiderio di proprietà di tanti contadini meridionali; nel secondo caso, probabilmente tanto giocò il desiderio di conquistare per il mondo cattolico una sorta di legittimazione nel contesto della nazione.
Comunque era ben lontana dal suo animo ogni velleità imperialisti[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 625
Brano: [...]mente nelle fila delle Organizzazioni cattoliche. Fu ufficiale del Genio durante la Prima guerra mondiale. Nel dopoguerra, pur esercitando la professione forense a Roma, fu presidente provinciale e poi nazionale della F.U.C.I. (Federazione universitari cattolici italiani), nonché vicepresidente del segretariato internazionale Pax Romana. Grande organizzatore, fu chiamato a far parte della Giunta centrale della Unione Popolare e qui si legò a don Luigi Sturzo, iniziando la propria carriera politica.
Dirigente del Partito Popolare
Già nel congresso di Venezia Spataro era entrato a far parte dei massimi dirigenti del Partito popolare italiano come consigliere nazionale e, poco dopo, fu nominato da Sturzo vice segretario politico nazionale del partito. Nei confronti del montante fascismo, con cui sera subito scontrato, prima nella F.U.C.I. e poi nel P.P.I., egli non mostrò nessun tentennamento, anche per la stretta collaborazione con Sturzo, dal quale continuava a farsi consigliare dopo le dimissioni di questo da segretario.
Entrato nel “tri[...] [...]ella Marina Mercantile, ministro dei Trasporti e ministro degli Interni col governo Tambroni. Anche nella D.C. fece ininterrottamente parte degli organi direttivi non solo come consigliere nazionale e membro della segreteria, ma anche come vicesegretario generale con De Gasperi e poi come direttore amministrativo. Il suo nome infine è rimasto legato a due enti di diversa natura: alla R.A.I. (194650) e all’istituto superiore di studi intitolato a Luigi Sturzo, di cui fu il primo presidente dal 1964.
Bibliografia: Le sue carte d'archivio e le sue corrispondenze durante il periodo fascista sono in parte conservate presso i familiari e in parte presso l’istituto Sturzo. Oltre a ciò, S. ha lasciato un’apprezzabile memorialistica relativa al P.P.I. e alla D.C.: I democratici cristiani dalla dittatura alla Repubblica, Milano, 1975 e De Gasperi e il P.P.I., Roma 1975.
L'importanza da lui avuta, tra le due guerre e nella clandestinità, per la difesa del patrimonio sturziano, è più o meno ampiamente sottolineata dalle varie storie della D.C., oltrech[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 711
Brano: [...]ella Conciliazione e dei Patti Lateranensi (v.).
Gli anni dell'esilio
Dall’esilio londinese don Sturzo guardò con preoccupazione le caratteristiche sempre più marcatamente totalitarie del fascismo italiano, l’ascesa inesorabile del nazismo e degli altri regimi dittatoriali di quel periodo.
Dal suo epistolario emerge soprattutto il timore che la Chiesa potesse soggiacere alle lusinghe ed alla violenza: « Che la Chiesa
Sturzo, Luigi
Luigi Sturzo nel 1953
nella sua lunga storia abbia subito ora le catene ferree ora quelle dorate non è una novità: basta ricordare, tra l’altro, i periodi delle investiture, della rinascenza e del giurisdizionalismo. Che il potere laico, quale esso sia, tenda sempre a circuire o ad opprimere la Chiesa è la vicenda umana dei nostri secoli, perché totus mundus in maligno positus est. Perciò nella Chiesa sono sempre vive e perenni le virtù di reagire tanto alle seduzioni che alle persecuzioni e di superarle, in breve o in lungo tempo secondo che Dio dispone ». (L. Sturzo, Miscellanea londinese, I, Bologna[...] [...]mondo, la guerra civile spagnola sarà rinfacciata ai cattolici come la notte di San Bartolomeo e come la repressione del duca d’Alba nelle Fiandre. Ne abbiamo avuta troppa dell'inquisizione di Spagna per avere oggi i crociati spagnoli contro un popolo che è stato in fin dei conti abbandonato spiritualmente e socialmente e lasciato in preda al socialismo e sindacalismo, ed oggi al comuniSmo ». (Si veda la citazione in F. Piva, F. Malgeri, Vita di Luigi Sturzo cit., pp. 365366).
Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale Sturzo abbandonò Londra per gli Stati Uniti: si stabilì a New York, dove prese contatto con la comunità italiana e con numerosi antifascisti. Insieme a questi si impegnò a fondo per convincere, dalle colonne dei giornali locali, l'opinione pubblica americana a dissociare le responsabilità del fascismo da quelle del popolo italiano. Fu questa, come lui stesso la definì, la sua « battaglia da New York ».
Gli anni del crepuscolo
Al ritorno in Italia, nell'estate del
1946, trovò una situazione del tutto diversa da quella [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 83
Brano: [...]cisivo al regime fascista già stordito e barcollante. Ma il fallimento dell’Aventino provocò, dopo il gennaio 1925, una nuova ondata di emigrazione che culminerà con l’entrata in vigore delle leggi eccezionali (novembre 1926). Tra le personalità politiche che lasciarono l’Italia prima ancora delle leggi eccezionali, si ricordano l’ex presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti (giugno 1924), stabilitosi prima in Svizzera e poi a Parigi; don Luigi Sturzo, costretto all’esilio alla fine del 1924, dopo le dimissioni da segretario del Partito popolare; Giù* seppe Donati, già direttore de « Il Popolo », e Gaetano Salvemini, che varcarono la frontiera rispettivamente il 18.6.1925 e il 4.6.1925, seguiti alla fine dello stesso anno da Piero Gobetti, che morirà alcuni mesi do* po a Parigi. All’inizio del 1926 espatriò Giovanni Amendola, che morirà nell’aprile a Cannes; nel corso del
lo stesso anno espatriarono Carlo Sforza, Alberto Tarchiani (già redattore capo de « Il Corriere della Sera »), lo scrittore Guglielmo Ferrerò, Francesco Luigi Ferrari[...] [...]esisteva, sorse nell'autunno del 1929 per iniziativa di Carlo Rosselli, Emilio Lussu e fausto Nitti fuggiti da Lipari. Riparati a Parigi, i tre vi incontrarono Alberto Cianca, Gioacchino Dolci, Vincenzo Nitti, Gaetano Salvemini e Alberto Tarchiani, che aderirono al nuovo movimento, destinato a raccogliere in breve tempo la parte più combattiva della « Concentrazione antifascista ».
Cattolici: a parte Giuseppe Donati, Francesco Luigi Ferrari e Luigi Sturzo, personalità isolate che non rappresentavano il partito e non si proponevano di ritesserne I’organiz
TAppello
Recluso
83
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da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 28
Brano: [...]ro invito di up Triunvirato di amici volenterosi per deliberare la ricostituzione in Frància .della loro federazione. Gli aderenti che hanno partecipato all’adunanza erano circa un centinaio. Numerose adesioni da altri centri d’emigrazione italiana in Francia sono pervenuti ai promotori....
II relatore ha iniziato il suo discorso, rivolgendo un caldo saluto a tutte le vittime del fascismo. Quindi>ha espresso l’omaggio dei popolari esuli a Don Luigi Sturzo, fondatore e maestro del Partito, illustre e nobile esempio tra i perseguitati politici italiani più eminenti, che tiene alta nelPesilio la fiaccola della democrazia cristiana. Don Sturzo ha pubblicato testé in inglese ed in tedesco un libro di storia politica sull’Italia e il fascismo.
La situazione del movimento popolare in Italia, ha soggiunto il relatore, è quanto mai difficile e dolorosa. Tutte le nostre organizzazioni sono state sciolte. I nostri giornali, anche settimanali e di modeste pretese, sono stati soppressi. Il Bollettino riservato della Direzione non può uscire più. Parecch[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 119
Brano: [...]taliani antifascisti appartenenti alle Brigate Internazionali parlarono non solo i reduci delle formazioni costrette in gran parte ad andare a battersi per il fascismo spagnolo, ma lo stesso Mussolini, colpito dalla perdita di prestigio che quelle presenze e quella battaglia gli arrecarono. Dagli intellettuali esuli in Occidente, i “fuorusciti” (v.), come li chiamava la propaganda fascista, i Gaetano Salvemini, i Carlo Sforza, i Luigi Ferrari, i Luigi Sturzo, e da quelli andati a Mosca, giungevano messaggi clandestini ma sempre più conosciuti e ascoltati (v. Antifascismo all'estero).
Non occorre, in ogni modo, sopravvalutare l'antifascismo del ventennio per aver ragione delle esagerazioni riguardanti il consenso al regime. Basta prendere in attento esame gli echi quotidiani della propaganda fascista all’interno (come si viene facendo sempre più con indagini circoscritte e perciò più do
cumentate) per cogliere la natura retorica del consenso espresso e la sostanziale ostilità di quello taciuto. È vero che la grande industria (v. Industriali [...]
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successivi |
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Luigi Sturzo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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